EPILOGO DEL CAI LEGNANO A VITTORIO BEDOGNI

Caro Vittorio,
oggi siamo qui in tanti per darti l'ultimo saluto e per ricordarci come potremo essere migliori di ciò che siamo seguendo il tuo esempio.
Sei nato iscritto al CAI, e questo la dice lunga sulla tua passione per la montagna che è cresciuta fino a diventare e restare per sempre un attore della vita della Sezione.
Nel 1975 hai fondato la Scuola di alpinismo che sarà poi intitolata a “Guido Della Torre”. Da allora, non hai mai smesso di impegnarti per istruire centinaia di appassionati alle buone pratiche della montagna, e di questi 60 anni di lavoro, nessuno dimentica le tue doti umane di rispetto altrui, solidarietà e mediazione per una serena convivenza.
Hai messo a disposizione del CAI la tua competenza di ingegnere, con la “i” maiuscola, fin dall'allora Commissione Nazionale Materiali e Tecniche, dedicandoti a complessi studi teorici e ricerche sperimentali che hanno fruttato nozioni pratiche e miglioramenti normativi di cui tutti noi, che andiamo in montagna, oggi beneficiamo.
Sei stato il rappresentante italiano in seno all'UIAA: l'Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche di tutto il mondo, occupandoti della sicurezza degli alpinisti e degli scialpinisti. Con il tuo impegno sono certo che hai contribuito a salvare preventivamente molte vite in montagna.
In tanti hanno riconosciuto il valore del tuo operato e i prestigiosi premi che ti sono stati conferirti nel corso del tempo, lo testimoniano.
Però, da questo breve excursus sulla tua carriera da alpinista e sciatore, manca la cifra più importante: la modestia e la generosità che ti hanno contraddistinto, schivo, quasi timido, come a dire: “… ma in fondo, ho fatto solo quel che si doveva fare.’’.
Ecco, questo è il Vittorio a cui abbiamo voluto bene nella nostra Sezione, nel CAI nazionale, nella Scuola regionale di Scialpinismo e in tante collaborazioni internazionali.
Caro amico, ora che si è compiuto il ciclo della vita, ci lasci con un grande vuoto ma vogliamo sperare di superare la tristezza che adesso ci opprime cercando l’ispirazione, nel tuo ricordo, a fare come te: un po’ di più, un po’ meglio qualunque sia l’attività o il ruolo che svolgiamo nel nostro CAI.
Ora, purtroppo, è il momento di salutare le tue spoglie e insieme a me lo fa con dolore la tua bella famiglia che hai sempre accudito con grande amore, i tuoi amici e tutta la nostra comunità che non potrà mai dimenticarti. Anzi, vuole rivedere qualche bella immagine e animare un convivio mangiando e bevendo qualcosa parlando di te.
Per chi lo desidera, dopo la cerimonia, ci trasferiremo nella casa del CAI, quella per cui hai tanto lavorato, e il tuo spirito sarà con noi.
Ciao Vittorio, hai raggiunto la vetta più alta, puoi fermarti in pace, nel riposo dei giusti.
Excelsior!
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